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IL DIRITTO DI PETIZIONE

Partiamo da un presupposto purtroppo reale. AL CITTADINO ITALIANO NON VIENE INSEGNATO IL POTERE DI AUTOTUTELA NE' I BASILARI STRUMENTI DI DIFESA CONTRO SOPRUSI PUBBLICI E PRIVATI. Vive in delega a terzi, senza mai porsi il problema se le varie azioni possono portare ad altri interessi che non sono i suoi. Così matura l'idea che "non può fare nulla" o, peggio, che "mai può vincere ed ottenere giustizia". Ed è così che si vince la guerra, con una battaglia che non viene combattuta. Vincono a tavolino per arresa VOLONTARIA del cittadino e lo fanno CONVINCENDOTI GIA' PRIMA CHE SARAI SCONFITTO, per sconfiggerti davvero.

Tutela del Diritto Soggettivo ha sempre cercato di stimolare il cittadino a capire il suo problema ed a difendere i suoi diritti con gli strumenti adeguati. Se c'è una guerra silenziosa che mina i DIRITTI INVIOLABILI DEI CITTADINI, lo stesso è obbligato ad imparare a difenderli. IL DIRITTO DI PETIZIONE è uno di questi. Poter partecipare agli interessi di Stato anche come metro di legalità e come promotore di corrette applicazioni su poco trasparenti azioni autoritarie. Sono 3 le petizioni previste in Italia. La petizione abrogativa (500.000 firme), la petizione per proporre una Legge (50.000 firme), la petizione di sensibilizzazione (da 3 firme in su). Chiamarla raccolta firme è riduttivo. Quella la possiamo collocare tra quelle che vengono fatte con firma online, quindi facili da fare con un click e che raggiungono anche milioni di firme, ma che non hanno valore legale ma “solo” politico. Ed ecco perchè sono per la maggior parte inascoltate e, quindi, inutili. Ed è a queste che vi hanno abituato. Se vi convincete dell'inutilità della petizione, non esercitate il suo diritto se proposte invece serie ed efficaci. Chiaro, no?

Quando abbiamo studiato anche la strategia della petizione popolare, oltre l'autotutela del singolo, come ESERCIZIO DI UN DIRITTO e come voce del popolo abbiamo trovato che QUI <--- : “Sono poi ancora in discussione le proposte di modifica degli interna corporis acta, dirette a conferire una distinta connotazione alla petizione.  Il riferimento è al tentativo di disciplinare una procedura “rafforzata” per le petizioni che abbiano superato la soglia di almeno 20 mila sottoscrittori. In base a tale componente numerica le petizioni dovrebbero essere assegnate automaticamente alla Commissione competente, procedendosi alla nomina di un relatore che dovrà relazionare all’Assemblea sull’esito dell’esame di tale istanza popolare. Ancora, le petizioni contenenti fra i 20 mila e i 40 mila firmatari potrebbero concludersi con una relazione presentata all’Assemblea entro 90 giorni dalla data della presentazione. Infine, con tale procedura “rafforzata” sorgerebbe l’automatica iscrizione all’ordine del giorno imponendo così alle Camere di affrontare tale discussione”. Questo vuol dire che anche una petizione di sensibilizzazione può fare "politica", anzi DEVE esserne riconosciuto l'assoluto valore legale come presa di posizione della Sovranità Popolare. Non solo la petizione va portata nelle sedi oppurtune, verso le figure che potrebbero intervenire a risolvere il problema ma anche trasforma in vere azioni giuridiche se disattesa. Non possiamo più permetterci di essere travolti ma dobbiamo anche agire in PREVENZIONE. Quindi uno per tutti ma anche tutti per uno. Se non lottiamo per un diritto, tutti noi perdiamo quel diritto.

Qui ---> https://www.tuteladirittosoggettivo.it/iniziativepopolari/ è stata aperta una pagina dedicata a tutte le iniziative popolari che possono essere portate avanti da cittadini che ne comprendono sia l'importanza che la portata e, che vogliono provare almeno a cambiare le cose. Perchè è la passività il nostro peggior nemico, mica il Governo. Loro fanno e noi ci lamentiamo solo sui social ma non portiamo la nostra voce al di fuori di lì. Ed è questo è il vero problema dell’Italia.

Sii il cambiamento che vuoi vedere attorno a te.

Sii consapevole, sii libero.

Alessandra Ghisla

(Questo topic è di proprietà intellettuale di Ghisla Alessandra - consulente con studi di diritto - che ne permette consivisione con citazione della fonte)