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PROGETTO VACCINAZIONI A SCUOLA

Dopo decenni, con la Legge Lorenzin, abbiamo visto il ritorno delle vaccinazioni pediatriche nelle scuole (0-16 anni). Fenomeno amplificato nel periodo "emergenziale Covid-19" dove, non solo gli studenti venivano obbligati con mascherine e tamponi, ma agli universitari veniva impedito l'accesso se non vaccinati. Gli studenti che non avevano il Green Pass non potevano prendere i mezzi pubblici anche per andare/tornare a scuola. Il ricatto scolastico si è rilevato uno strumento potente come incentivo alle vaccinazioni ma qui si contesta che il diritto alla salute non può prevalicare il diritto all'istruzione e, spetta ai genitori in ascolto dei figli, rivolgersi alle strutture sanitarie per procedere o meno i vaccini. Le scuole sono per l'istruzione/educazione/socializzazione/inclusione e le ASL per curare/prevenire, ad ognuno le proprie competenze. 

Già nella legge 119/2017 è previsto con art. 2: "2. Il Ministero della salute e il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per l'anno scolastico 2017/2018, avviano altresì iniziative di formazione del personale docente ed educativo nonchè di educazione delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti sui temi della prevenzione sanitaria e in particolare delle vaccinazioni, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei genitori (( e delle associazioni di categoria delle professioni sanitarie ))". Iniziative nelle scuole che ci hanno portato al caso in Puglia: "Vaccinazioni a scuola: è la prima volta, negli ultimi vent’anni, per la città di Bari" dove ne abbiamo discusso qui ---> VACCINI A SCUOLA

Ma facciamo un passo indietro perchè è importante ricostruire il percorso, per vedere il vero obiettivo del Governo. A settembre 2014 viene annunciato che "L'Italia capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale - Nell’ambito del Global Health Security Agenda, lo scorso venerdì l’Italia è stata designata quale capofila per i prossimi cinque anni delle strategie e campagne vaccinali nel mondo. A ricevere questo prestigioso incarico alla Casa Bianca a Washington, alla presenza di Barack Obama, il Ministro Lorenzin e il Presidente dell’AIFA Pecorelli che commentano: “Un importante riconoscimento scientifico e culturale internazionale per il nostro Paese”". Nel 2015 l'Italia partecipa al "Piano d’azione Europeo per le vaccinazioni (European Vaccine Action Plan 2015– 2020, EVAP) che rappresenta la contestualizzazione del Piano Vaccinale Globale dell’OMS nella Regione Europea, finalizzato a fornire agli Stati Membri una guida per la realizzazione dell’obiettivo di una Regione libera dalle malattie prevenibili da vaccinazione". 

Cosa dice l'EVAP? Tutti dovrebbero beneficiare dei vantaggi derivanti dalla vaccinazione. L’impossibilità di accedere ai vaccini, la carenza di vaccini, la disinformazione, il generale disinteresse nei confronti dei rischi di malattia, la decrescente fiducia dell’opinione pubblica nel valore dei vaccini e i disinvestimenti hanno un impatto negativo sui tassi di vaccinazione a livello mondiale, nonostante la disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci. La vaccinazione è indubbiamente uno degli interventi più efficaci della sanità pubblica. Abbiamo il dovere di sostenere i risultati arduamente conquistati nel campo della vaccinazione, ma bisogna puntare a fare sempre di più e sempre meglio, per ottenere sistemi sanitari efficaci ed equi e per ridurre le sofferenze e i danni causati da malattie che possono essere evitate. Ciò include inoltre la sovvenzione degli investimenti necessari in ricerca e sviluppo per rispondere alle esigenze mediche insoddisfatte, sviluppando nuovi vaccini e migliorando quelli già esistenti. Le lezioni tratte e le azioni necessarie per garantire la vaccinazione per tutti e ed eliminare le malattie prevenibili con un vaccino:

  1. Promuovere a livello globale la leadership politica e l’impegno nei confronti della vaccinazione e costruire una collaborazione e una partnership efficace a livello nazionale, regionale e locale con autorità sanitarie, operatori sanitari, società civile, comunità, scienziati e industria per proteggere tutti e ovunque sostenendo tassi elevati di copertura vaccinale.
  2. Garantire l’introduzione e l’attuazione di strategie di vaccinazione a livello nazionale in tutti i paesi e il rafforzamento della stabilità finanziaria, in linea con i progressi verso una copertura sanitaria universale, senza lasciare indietro nessuno.
  3. Creare sistemi di sorveglianza efficaci delle malattie prevenibili da vaccino, in particolar modo di quelle sottoposte a eliminazione globale ed eradicazione.
  4. Affrontare le cause all’origine della riluttanza nei confronti dei vaccini, aumentando la fiducia nella vaccinazione, nonché progettando e attuando interventi basati su elementi concreti.
  5. Sfruttare il potere delle tecnologie digitali, al fine di rafforzare il monitoraggio dell’efficacia dei programmi di vaccinazione.
  6. Sostenere gli sforzi della ricerca per creare costantemente dati sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini e sull'impatto dei programmi di vaccinazione
  7. Proseguire gli sforzi e gli investimenti, compresi nuovi modelli di finanziamento e di incentivi, nel campo della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione per dispositivi di vaccinazione e di consegna nuovi o migliorati.
  8. Attenuare i rischi di carenza di vaccini migliorando i sistemi di monitoraggio, proiezione, acquisto, consegna e stoccaggio dei vaccini e la collaborazione con i produttori e con tutti coloro che prendono parte alla catena di distribuzione, per utilizzare al meglio la capacità di produzione o per aumentare quella esistente.
  9. Incoraggiare i media e i professionisti del settore sanitario a tutti i livelli a fornire al pubblico informazioni efficaci, trasparenti e obiettive, per contrastare le informazioni false e fuorvianti, coinvolgendo anche le piattaforme social e le aziende tecnologiche.
  10. Allineare e integrare la vaccinazione nelle agende globali in materia di sanità e sviluppo, mediante una nuova agenda 2030 in materia di vaccinazione.

Nel 2016 la "Settimana mondiale ed europea delle vaccinazioni". L’edizione 2016 della World Immunization Week (24-30 aprile) rappresenta la prosecuzione ideale di quella del 2015, riconfermando l’obiettivo di garantire a tutti, e in ogni età, la possibilità di proteggersi dalle malattie grazie alle vaccinazioni. Al secondo anno dall’attivazione del Global Vaccine Action Plan i dati parlano chiaro: nel mondo le vaccinazioni evitano ogni anno 2-3 milioni di decessi per malattie infettive, ma si potrebbe fare molto di più per centrare l’obiettivo dichiarato (“Close the immunization gap”) di “colmare il divario nelle immunizazzioni”. Questo macrobiettivo si compone di 6 obiettivi specifici, insistentemente e chiaramente ricordati nei materiali divulgativi predisposti dall’Oms:

  • vaccinazione contro difterite, tetano, pertosse: garantire il ciclo completo di 3 dosi ai 18,7 milioni di bambini in 65 Paesi ancora esclusi dai programmi vaccinali e raggiungendo in questo modo la copertura del 90%
  • ridurre la mortalità per morbillo (vaccinare con una dose il 15% dei bambini non ancora immunizzati)
  • eliminare la rosolia (la metà di tutti i bambini nel mondo al momento non riceve il vaccino contro la rosolia)
  • eliminare il tetano materno e neonatale nei 21 Paesi che non hanno ancora raggiunto questo obiettivo
  • eradicare la poliomielite nei 2 Paesi dove la malattia è ancora endemica
  • introdurre vaccini nuovi o sottoutilizzati in almeno 90 Paesi a reddito medio-basso.

A fine 2016 parte l'Emilia Romagna con la Legge regionale 25 novembre 2016, n. 19, “Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2000” è stato ridefinito il sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia e la norma (comma 2 dell'art 6 della legge regionale 19/2016) introduce come requisito d’accesso ai servizi educativi e ricreativi pubblici e privati, l’aver assolto, da parte del bambino, gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente (antipolio, antidifterica, antitetanica e antiepatite B). Sarà la prima Regione ad impedire iscrizione, accesso e frequenza ai bambini di nido e materna.

Nel 2017 esce il Decreto legge 7 giugno 2017 , n. 73, Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, modificato dalla Legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119, che prevede le seguenti vaccinazioni obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e sedici anni e per i minori stranieri non accompagnati:

  • anti-poliomielitica
  • anti-difterica
  • anti-tetanica
  • anti-epatite B
  • anti-pertosse
  • anti-Haemophilus influenzae tipo b
  • anti-morbillo
  • anti-rosolia
  • anti-parotite
  • anti-varicella

Seppur la Legge non lo prevedesse, nè lo preveda tutt'oggi, entra nell'immaginario collettivo che "La Legge Lorenzin esclude i bambini novax da nidi e materne", portando alla reale esclusione per chi non in regola con i vaccini obbligatori. Il Governo Italiano, anzichè seguire le indicazioni europee che dicono: "È evidente, ormai, che l’adesione consapevole alle vaccinazioni è uno degli strumenti per contrastare la diffusione delle malattie infettive. In questa prospettiva l’Unione europea ha avviato il progetto Asset che in questo momento ha in evidenza sul sito un articolo sull’efficacia delle vaccinazioni obbligatorie “The efficacy of mandatory vaccinations. An Asset analysis”. Lo studio in questione non ha trovato nessuna evidenza di un’associazione tra obbligatorietà delle vaccinazioni e tassi di vaccinazione infantile nei Paesi europei" ha deciso per il pugno di ferro. Non solo l'obbligo vaccinale, una sanzione da 500 Euro ma anche il ricatto alle famiglie di "tenere a casa" i bambini 0-6, con gravissime ripercussioni anche sul lavoro femminile. E, tra tutto, è stato proprio il ricatto scolastico la leva più incisiva sugli esitanti alle vaccinazioni (beh un po' come la sospensione del lavoro senza stipendio nel periodo covid).

I genitori incalliti, i veri "novax", si sono arrangiati, tenendo i bambini a casa oppure organizzandosi in realtà alternative come le "scuole parentali" dove ne parliamo qui ---> ISTRUZIONE PARENTALE (HOME SCHOOLING) Altri stanno difendendo il diritto all'istruzione/educazione/socializzazione/inclusione con ricorsi in sede civile contro i gravissimi soprusi dei dirigenti scolastici non previsti dall'art. 3-bis della legge 119/2017, in violazione contrattuale e privacy.

Nel 2020 sappiamo benissimo tutto quello che è successo nelle scuole. Uno dei comparti più colpiti da regole ed imposizioni. Ci sono voluti ben 3 anni per tornare alla quasi normalità, con ancora la conta dei danni a lungo termine che sicuramente usciranno successivamente. Sono soprattutto i giovani ad essere stati i più colpiti, sia nel loro periodo scolastico ma anche sociale. Ma al Governo non bastano i vaccini pediatrici, vogliono arrivare ad educare il cittadino italiano ad un'adesione PER TUTTA LA VITA su tutti i vaccini esistenti e disponibili. Infatti a Bari, con la vaccinazione nelle scuole medie, era stata proposta la vaccinazione facoltativa contro l'HPV e Meningococcica. E, seppur richiesto il consenso dei genitori, se anche il rifiuto fosse in accordo con entrambi, potrebbe essere superato dalla decisione personale del minore in età del discernimento come qui spiegato ---> VACCINI ED ADOLESCENTI 

Comunque anche il Progetto di Bari, con le ASL che fanno giornate divulgative e vaccinali, non durerà a molto. Una volta che la massa sarà contenta di non dover prendere giornate di permessi per portare i ragazzi a vaccinarsi, chiederanno loro a gran voce il servizio "all inclusive". Il ragazzo va a scuola e torna a casa studiato e vaccinato ma in pianta stabile e per tutti i vaccini, che sappiamo essere tante ma tante dosi. Purtroppo sta arrivando l'INFERMIERE ED ASSISTENTE SANITARIO VACCINATORE ed il dubbio di qualche mese fa è diventato purtroppo certezza.

Mentre noi continuiamo a  parlare dei "sieri genici sperimentali covid" e della Legge Lorenzin se abrogarla o meno, questi stanno andando avanti sparati. Notizie sparse ma che ci dicono: "L’assessore Gipo Anfosso (Pavia a Colori) sta lavorando per introdurre la figura dell’infermiere scolastico nelle scuole comunali di Pavia. L’infermiere non solo fornirà cure per piccoli traumi, evitando di sovraccaricare il pronto soccorso, ma offrirà anche educazione sanitaria agli studenti. La sperimentazione inizierà in un istituto comprensivo con 800-1000 alunni e potrebbe estendersi ad altre scuole. Il costo stimato è di 8mila euro all’anno". Troviamo già la possibilità di candidarsi per fare L'INFERMIERE SCOLASTICO ATA dove leggiamo: "L'infermiere scolastico lavora presso istituti scolastici e rappresenta il punto di riferimento per gli alunni quando non si sentono bene. Per poter lavorare all'interno delle scuole è necessario assicurarsi di possedere tutti i requisiti richiesti, così da entrare ufficialmente a far parte del personale ATA". Il Decreto Rilancio (2020) ed il successivo documento della conferenza delle Regioni del 17 settembre (2020) riconoscono e formalizzano la figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità (IFeC) come un professionista responsabile dei processi infermieristici in ambito familiare e di comunità. La figura dell’Infermiere Scolastico si delinea per l’ambito della comunità scolastica e contribuisce alla tutela della salute della popolazione scolastica e alla vigilanza sull’igiene, promuove la salute degli studenti e garantisce l’inclusione dei soggetti portatori di patologie croniche. Probabilmente da settembre 2025, la stanzetta Covid farà posto all'Infermieria Scolastica. Loro sono pronti, noi no. 

Perchè ci dicono: "Mentre il diritto allo studio è accompagnato dall’obbligo allo studio (art. 34 della Costituzione della Repubblica Italiana), ad oggi dai 6 ai 16 anni d’età, il diritto alla salute, (art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana), si esplica attraverso il libero accesso ai servizi sanitari offerti dal Servizio sanitario nazionale. Pertanto, la scuola si configura potenzialmente come luogo privilegiato di raccordo e di offerta attiva di salute, specie nelle situazioni di fragilità sociale o culturale o nelle età in cui è meno frequente l’accesso ai servizi sanitari, soprattutto in un’ottica di prevenzione".  Facondo così diventare la tutela della salute "obbligatoria" e non più gestita dalle famiglie. Tutto questo nell'ottica di convincere i genitori che i loro figli sono dello Stato ma non è così. Un figlio non è possesso né dei genitori né dello Stato, ma solo di se stesso. Il bambino è una persona indipendente e in quanto tale è titolare autonomo di diritti che potrebbero superare la responsabilità genitoriale, ma neanche essere usati dallo Stato contro i genitori come succede con le esclusioni da nidi e materne. Ma qui sarà molto più difficile tenere i ragazzi a casa. I genitori devono dimostrare di assolvere all'obbligo di istruzione e non tutti possono permettersi le rette delle scuoline alternative, come non tutte le famiglie sono idonee per fare home schooling. Il Governo Italiano ha deciso di fare guerra ai genitori ed agli studenti e non si fermerà se non lo fermiamo. Se non lo risolviamo, potrebbe diventare davvero un gran brutto problema per tanti. 

Alessandra Ghisla

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